DiariOOH di Brand: per inventare Okitask bastò assaggiare…un salice
Notoriamente, la storia della farmacologia moderna non è costellata di episodi fortuiti: rigorosi studi seguono processi chimici e biologici, i quali poggiano a loro volta su dettagliati studi precedenti.
Niente si improvvisa, semplicemente perché in ballo c’è la salute di tutti.
Salute che ogni giorno i medicinali come Okitask contribuiscono a tutelare, per aiutare le persone a superare dolori fisiologici in breve tempo.A volte però, per raggiungere la perfezione dell’efficacia di un farmaco, la conoscenza e il sapere hanno fatto compiere agli studiosi scelte, per così dire, “bizzarre”. Come per la scoperta dell’acido alla base del principio attivo di Okitask, derivata direttamente da un “boccone di corteccia di salice”.
La pianta curativa che fece nascere i FANS
Secondo la Storia, le proprietà antinfiammatorie del salice erano note sin dai tempi di Ippocrate, il quale prescriveva un succo estratto dal salice come analgesico e antipiretico. Durante il corso dei secoli, la pianta visse momenti più felici e altri meno, come nel Medioevo, durante il quale a causa della fabbricazione di ceste gli venne cambiata la destinazione d’uso.
Ma nel 1700 vennero rivalutati i suoi vantaggi grazie alla scoperta fortuita del reverendo ed esperto di botanica Edward Stone. Infatti, dopo aver assaggiato la corteccia amara del salice, egli associò l’amaro sapore con quello della cinchona, pianta importata dal Perù, dalla quale veniva estratto il chinino, conosciutissimo anti-malarico dell’epoca.
Successivamente, durante l’800, altre ricerche arrivarono a produrre composti di acido derivato dalla corteccia di salice, come l’acido salicilico. La svolta arrivò quando esso venne sintetizzato da due ricercatori, Kolbe e Schmitt, e poi reso tollerabile per l’uomo mediante l’acetilazione grazie a Felix Hoffmann.
Il risultato fu la creazione, nel 1899, di un farmaco oggi famosissimo: l’aspirina, capostipite di tutti i FANS, la famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei.
Il ketoprofene e l’arrivo di Okitask sul mercato
Grazie alla nascita dell’aspirina e dei suoi effetti benefici, gli studi si concentrarono sui derivati dell’acido salicilico, fino ad arrivare agli anni ‘70 del secolo scorso, quando fu introdotto l’ibuprofene e altri principi attivi appartenenti alla classe degli acidi arilalcanoici.
Dopo circa 10 anni ecco l’avvento del ketoprofene, principio attivo alla base di Oki, farmaco prodotto oggi dalla casa farmaceutica italiana Dompè.
Il ketoprofene dunque, altro non è che un diretto discendente di quel tronco di salice assaggiato da Edward Stone.
Oggi Oki è uno dei farmaci più efficaci e raccomandati dai medici specialisti, dietro ricetta medica, quando è necessario intervenire prontamente su dolori molto acuti, causati da infiammazioni e traumi di vario genere.Ma per rendere ancora più accessibile le proprietà benefiche di Oki e contrastare i frequenti mal di testa, nella seconda metà degli anni 2010 Dompè ha lanciato sul mercato Okitask, un medicinale solubile o in compresse che agisce rapidamente per dare sollievo in pochi minuti.
Okitask e l’advertising digital out-of-home
Queste caratteristiche vincenti di efficacia immediata e praticità del farmaco hanno decretato un notevole successo commerciale per Okitask, complice anche una pubblicità diretta ad un pubblico giovane e dinamico, che vuole tenere la testa sempre in all’insù.
“Su la testa con Okitask” è appunto lo slogan dell’ultima campagna pubblicitaria del brand, in onda sul circuito di maxischermi digitali di Medya Network nei centri commerciali di tutta Italia.
La promozione DOOH di Okitask, oltre ad avere avuto l’occasione di una notevole visibilità sul territorio italiano, ha potuto contare sui vantaggi della tecnologia dei sensori sui display che montano l’intelligenza artificiale Blimp.
Capace di restituire dati precisi sulle opportunity to see, in base a genere, età, numero di views, tempo di permanenza e molto altro, questa tecnologia è di grande supporto ai brand che puntano a individuare trend e metriche sulla propria audience.
Un’audience che riesce a (ri)alzare la testa grazie a Okitask, magari proprio per guardarne lo spot.