DiariOOH di Brand: quando una catena di hotel salvò il futuro di Intel
Se ognuno di noi oggi può avere la possibilità di cambiare la propria vita grazie ad uno strumento imprescindibile come il personal computer, quasi certamente lo deve a Robert Noyce e Gordon Moore, che nel 1968 fondarono la Intel. La multinazionale più importante dell’elettronica e dell’informatica ha raggiunto un successo incredibile grazie ad intuizioni pioneristiche e un colpo di fortuna.
La svolta della componentistica elettronica
Nel 1968, per il loro progetto i due creatori erano riusciti ad assoldare investitori audaci e visionari come Arthur Rock, capitalista di rischio ante litteram della Silicon Valley, senza il quale l’azienda forse non sarebbe riuscita: Rock investì infatti la considerevole somma di 2,5 milioni di dollari dell’epoca in quella che oggi chiameremmo una start up.
Ma il punto di svolta di Intel, e forse il punto di svolta dell’industria dei computer, arrivò nel 1971 quando furono incaricati da un produttore giapponese di calcolatrici di nome Busicom di sviluppare un set di 12 chip personalizzati.
Il risultato di quel lavoro divenne l’Intel 4004, il primo processore a 4 bit al mondo, e il primo processore al mondo disponibile in commercio. Conteneva 2.300 transistor a semiconduttore in ossido di metallo, e l’aspetto migliore fu che il processore era una singola unità CPU in grado di eseguire il lavoro di 12 chip.
L’Intel 4004 fu utilizzato nella calcolatrice 141-PF di Busicom. Fu progettato per lavorare insieme ad altri tre microchip – la ROM 4001, la RAM 4002 e lo Shift Register 4003. Il 4004 svolgeva calcoli, mentre gli altri erano cruciali per far funzionare il processore.
I progressi nel campo dell’elettronica e una coincidenza fortunata
A Intel 4040 fece seguito il primo processore a 8 bit, l’Intel 8008. Intel sviluppò anche i primi microcomputer, che erano la serie Intelec, e utilizzarono anche i primi microprocessori Intel.
Da quel momento, le fortune dell’azienda californiana non si fermarono più, in un crescendo vorticoso che oggi la pongono come punto di riferimento indiscusso del mercato dei processori.
Oggi infatti quasi tutti i dispositivi richiedono i migliori microprocessori per aiutare gli utenti a svolgere molte attività contemporaneamente, e Intel è tra i leader mondiali nello sviluppo di tali dispositivi.
Tutto questo però non avrebbe avuto luogo se nel 1968 una catena di hotel, la Intelco, non avesse rinunciato ai diritti sul nome, in favore di una giovane ma ambiziosa startup. Il primo nome, NM Electronics, durò infatti solo per il primo mese fino a quando non cambiò in Intel, che è l’abbreviazione di Integrated Electronics.
Intel e il marketing
Nonostante il largo utilizzo e l’implementazione su tutti i maggiori modelli di computer, Intel fu relativamente poco conosciuta al pubblico fino agli inizi degli anni ’90, quando uscì la campagna “Intel Inside”.
Da quel momento, l’azienda adottò strategie sempre più mirate a comunicare una “presenza” fondamentale ma sempre inglobata nello strumento principale, il PC.
Una delle mosse strategiche più efficaci per posizionarsi nel mercato fu quella di integrare un breve jingle all’interno degli spot o promozioni dei prodotti che integravano un processore Intel.
Questo effetto ha contribuito a creare nell’audience una connessione istantanea tra lo strumento e la componentistica di alta qualità performante di Intel, alla quale non si può rinunciare se si desiderano certe prestazioni.
Negli ultimi anni, la strategia di posizionarsi con un certo profilo tra B2B e B2C si è fatta più olistica, mirando a trasmettere un messaggio esperienziale attraverso uno storytelling che esalta l’emozione e l’esperienza. Come nel caso dello spettacolo con i droni alla recente inaugurazione delle Olimpiadi di Tokyo.
Il digital signage e le campagne Intel
Dalle esperienze futuristiche alla cartellonistica digitale, Intel ha continuato a concentrare i suoi obiettivi di comunicazione sulle prestazioni, e sull’efficienza dei processi che portano alla realizzazione degli obiettivi.
L’azienda ha sempre creduto nel digital signage e nel DOOH, come dimostra questo statement in cui Intel teorizza l’advertising out of home digitale attraverso una strategia nota come le “3 A”: “con la pubblicità DOOH dinamica, ogni schermata diventa indirizzabile, responsabile e attribuibile:
- Addressable: consente l’attivazione in programmatic di un annuncio pubblicitario digitale
- Accountable: misura l’efficacia della pubblicità.
- Attributable: misura i risultati aziendali reali in base alla pubblicità.”
Oggi le componenti di Intel sono imprescindibili per ogni realtà che si serve della tecnologia digitale per il proprio business, così come la cartellonistica digitale è fondamentale per un’efficace strategia di marketing.
Per questo motivo, Medya Network è orgogliosa di presentare l’ultima campagna di Intel sul suo circuito di maxischermi nei centri commerciali di tutta Italia.
La promozione è stata l’occasione per dare visibilità ad un brand unico grazie ad una vetrina digitale che permette ai marchi di comunicare in modo spettacolare, ma soprattutto di avere metriche affidabili grazie ai sensori che montano l’intelligenza artificiale Blimp. Essa è infatti capace di restituire dati precisi sulle opportunity to see, in base a genere, età, numero di views, tempo di permanenza e molto altro.
Un valido alleato per ogni iniziativa di successo. Proprio come Intel.